        Che le auto elettriche siano molto costose &egrave; un dato di fatto. Come lo &egrave; la necessit&agrave; di incentivare l'acquisto delle stesse al fine della transizione ecologica. Ci sono per&ograve; diversi problemi all'interno del mercato che riguardano questo segmento. Oltre alla fatica nel farle decollare, c'&egrave; anche un altro punto &ldquo;a sfavore&rdquo;, ossia che - limitata diffusione delle stazioni di ricarica e prezzo elevato a parte &ndash; le spese di riparazione sembrano costare ancor di pi&ugrave; del resto. &Egrave; un dato che emerge dalla German Insurance Association (GDV), l&rsquo;associazione degli assicuratori tedeschi. Auto elettriche: ma quanto costa averle? In un recente report, questa ha rilevato come le spese di riparazione delle vetture elettriche siano mediamente pi&ugrave; alte del 30% rispetto a quelle delle auto con propulsore termico. A incidere sono in particolare i costi di sostituzione delle batterie, che risultano notevolmente cari. Il report mette, per&ograve;, in evidenza un dato positivo: i veicoli elettrici causano in media dal 5 al 10% di incidenti in meno rispetto alle vetture tradizionali. &Egrave; bene infine ricordare, al netto di quanto emerso dall'indagine, che da maggio 2024 dovrebbero tornare nuovamente gli ecobonous, proprio anche per supportare l'acquisto delle e-car. Per queste, infatti, l'incentivo sar&agrave; tra i 6.000 e i 13.750 euro, con l&rsquo;importo che varier&agrave; in base all&rsquo;ISEE di chi acquista e alla classe di emissione del veicolo da rottamare. Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella        

A incidere in particolare sono i costi di sostituzione delle batterie, che risultano avere un prezzo eccessivamente elevato

Si punta sempre più sulle auto elettriche, ma ripararle costa moltissimo

        La dichiarazione ufficiale rivela le intenzioni, non le specifica, ma muove le acque. Jihad Mohammad, CEO canadese dell&rsquo;azienda EV Electra ha rivelato sul suo profilo Linkedin di aver fatto un&rsquo;offerta, approvata, di acquisto per &ldquo;acquistare una fabbrica automobilistica in Italia&rdquo;. Location ancora misteriorsa per EV Electra nel Belpaese Non si tratta dello stabilimento Maserati di Grugliasco, ha specificato Mohammad, resta un alone di mistero, ma lo stabilimento sar&agrave; utilizzato per la produzione della gamma Nevs Emily GT, auto elettriche concepite dagli ingeneri un tempo di Saab &ndash; Nevs &egrave; l&rsquo;acronimo di National Electric Vehicle Sweden &ndash; oggi sul punto di rinascere.  Nei piani di EV Electra, sempre secondo l&rsquo;amministratore delegato, ci sono quattro modelli: una berlina, una coup&eacute;, una cabriolet e una shooting-brake. Tale poker sarebbe poi ampliato dalla QUDS Nostrum, una supercar elettrica che dovrebbe essere presentata entro pochi mesi. Potrebbe interessarti: nuova Porsche Macan, la svolta elettrica       

Non &egrave; stata specificata la localit&agrave; dove sar&agrave; effettuato l'assemblaggio della famiglia di modelli Nevs Emily GT

EV Electra, il CEO annuncia l'acquisito una fabbrica italiana

        &ldquo;Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno della tua vita&rdquo;. Sebbene con qualche riserva, il celebre aforisma di Confucio pu&ograve; spiegare quanto (nonostante il periodo di crisi) essere giornalista automotive possa considerarsi una fortuna. Eventi come quello da poco concluso, poi, ne sono la conferma. Parliamo di Mazda Epic Drive, esperienza organizzata ogni anno dalla Casa in luoghi spettacolari e strade impervie. L&rsquo;edizione 2024, tenutasi in Marocco, ci ha regalato un'esperienza indimenticabile, spaziando dalle vivaci strade di Marrakech ai silenziosi paesaggi del deserto sahariano e alle tortuose strade delle celebri Gole di Dades, percorrendo anche lunghi tratti non asfaltati tra scenari mozzafiato. Valida &ldquo;compagna di viaggio&rdquo; Mazda CX-60, che ha dimostrato grande versatilit&agrave; per gli oltre 1000 chilometri passati al volante. Mazda Epic Drive 2024, partenza da Marrakech con CX-60  La citt&agrave; di Marrakech, ricettacolo di storia, arte e cultura, &egrave; stato punto di partenza e di arrivo della nostra avventura. Un luogo quasi "magico" che abbiamo avuto il piacere di visitare con una guida locale, tra edifici dalle tonalit&agrave; rossicce (i riflessi del sole sul bianco avrebbero rischiato di rovinare la vista ai cittadini, ndr), piazze caotiche e coloratissimi souk, oltre alla celebre Kasbah nel cuore della citt&agrave; antica, denominata Medina. Ma torniamo al viaggio. Saliamo sulla nostra Mazda CX-60 la mattina, pronti per percorrere circa 600 km di strade che ci faranno attraversare il passo Tizi n&rsquo;Test per poi giungere a Ourzazate. Il Suv giapponese, in allestimento top di gamma Takumi, &egrave; spinto dal sei cilindri in linea Diesel common rail da 3,3 litri in grado di erogare 249 cavalli e 550 Nm di coppia massima. Un propulsore abbinato all&rsquo;ottima trasmissione automatica a otto rapporti e forte della trazione integrale intelligente i-AWD. Una caratteristica, quest&rsquo;ultima, fondamentale per affrontare in scioltezza i percorsi non asfaltati che ci attendono. Gi&agrave; dai primi chilometri apprezziamo il comfort garantito dall&rsquo;assetto bilanciato: nonostante cerchi da 20 pollici con pneumatici dalla spalla bassa, le sospensioni assorbono bene le asperit&agrave;. Solo il retrotreno con soluzione Multilink, forse per l&rsquo;adozione di molle molto rigide e ammortizzatori morbidi, &ldquo;rimbalza&rdquo; un po&rsquo; troppo sugli avvallamenti. L&rsquo;eccellente insonorizzazione, poi, aumenta ulteriormente il relax in marcia assieme alla sicurezza garantita dagli Adas avanzati. Dal Tizi n&rsquo;Test fino a Ouarzazate  Non passa molto tempo prima di giungere alle pendici dell&rsquo;Atlante &ndash; catena montuosa che si estende per oltre 2.500 km tra Marocco, Algeria e Tunisia - iniziando il percorso sterrato che ci porter&agrave; al passo. Qui, la modalit&agrave; di guida offroad ci fornisce sempre trazione ottimale, permettendo al grande Suv (4,75 metri di lunghezza, per ben 2,87 di interasse) di superare agevolmente fondi dissestati e ricchi di insidie. Arriviamo al Tizi n&rsquo;Test, a quota 2.093 metri, ammirando la targa che commemora la posa della strada, effettuata tra il 1926 e il 1932. Ma non abbiamo molto tempo: ci aspettano quasi altre 5 ore per raggiungere Ouarzazate, la pi&ugrave; estesa cittadina delle oasi pre-sahariane del Marocco. Grazie alla posizione strategica &ndash; tra Marrakech e il deserto &ndash; Ouarzazate &egrave; da sempre importantissimo centro di commerci ed &egrave; celebre ai pi&ugrave; per essere stata location scelta da numerosi produttori cinematografici. Qui sono state, infatti, girate pellicole ambientate in luoghi che replicavano alcune zone remote o non pi&ugrave; esistenti (come, ad esempio, l&rsquo;antica Roma o il Tibet). Dopo lunghi rettilinei in mezzo a canyon e deserti, intervallati da villaggi isolati che sembrano fuori dal tempo, arriviamo finalmente a destinazione nel tardo pomeriggio: passeremo la notte presso l&rsquo;Ecolodge Ouednojoum, struttura ricettiva eretta tra le montagne e un&rsquo;oasi con palmeto, realizzata con materiali a basso impatto ambientale e alimentata da pannelli fotovoltaici. Ma prima, un giro con i colleghi nel centro di Ouarzazate, immersi nella &ldquo;Hollywood marocchina&rdquo; sorseggiando un tipico t&egrave; alla menta. Torniamo all&rsquo;Ecolodge stanchi, ma soddisfatti di questa prima giornata. &Egrave; ora di andare a letto: ci attende un lungo viaggio.  L&rsquo;articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Giorno 2: le Gole di Dades  &Egrave; l&rsquo;alba: con in sottofondo il canto degli uccelli e l'incessante gracidio delle rane che popolano le pozze d&rsquo;acqua dell&rsquo;oasi sottostante, ci prepariamo per partire. La giornata, seppur spettacolare, sar&agrave; dura: ci vogliono oltre 12 ore per tornare a Marrakech passando per le Gorges du Dad&egrave;s, le Gole di Dades. Situato fra l&rsquo;Alto Atlante e il massiccio del Jbel Saghro, il fiume Dades si snoda per la prima met&agrave; del suo corso lungo quattro serie di gole. Queste, composte da marna, arenaria e calcare, sono state &ldquo;scolpite&rdquo; dal fiume stesso decine di milioni di anni fa. Percorriamo a passo sostenuto, ma sempre senza esagerare, la pericolosa R704, vero e proprio "serpente" fatto di asfalto e rocce che corre tra le gole regalando uno spettacolo unico. Il Suv nipponico dimostra inaspettata agilit&agrave;, confermando la proverbiale filosofia Jinba ittai, che simboleggia il legame tra cavaliere e cavallo: nonostante il baricentro alto, la vettura risulta rapida e precisa nei cambi di direzione, oltre a garantire eccezionale stabilit&agrave; in curva. Aspetto supportato dall'innovativa tecnologia KPC (Kinematic Posture Control) la quale, frenando lievemente la ruota posteriore interna, riduce il rollio mantenendo la vettura incollata al suolo. Il propulsore, poi, spinge forte senza eccedere nei consumi. In realt&agrave;, sorprende come un sei cilindri da ben 3,3 litri - in barba al downsizing imperante - riesca a percorrere oltre 15 km con un litro di gasolio a quei ritmi. Perdipi&ugrave; con un'auto dalla massa di poco inferiore alle 2 tonnellate. Il secondo tratto della R704 mette a dura prova la CX-60: il fondo &egrave; un insidioso mix di terra, polvere e sassi appuntiti&nbsp;(molti dei colleghi, infatti, hanno forato gli pneumatici dovendo attendere il team Mazda per la sostituzione). Ma noi non ci fermiamo. Superate le Gorges, dopo aver ammirato il panorama da quasi 3.000 metri di altezza, proseguiamo il viaggio di ritorno a Marrakech.&nbsp; Rientro a Marrakech  L'avventura continua in direzione nord, passando per Tinghir, Midelt e Beni-Mellal. Nei piccoli villaggi poche persone: i numerosi bambini in strada salutano all'arrivo dell'imponente Suv, le attivit&agrave; commerciali espongono le merci pi&ugrave; disparate, tra cui interi animali scuoiati lasciati al sole con noncuranza. Si susseguono paesaggi eterogenei, da quelli semi-desertici caratterizzati da pianure brulle a panorami verdeggianti che ricordano, a tratti, quelli della nostra Sardegna. Pi&ugrave; avanti, verso Beni-Mellal, compaiono ai lati della strada addirittura delle conifere. Proseguiamo verso la tappa finale: ci aspetta un lungo - e piuttosto noioso, rispetto al resto dell'esperienza - sforzo finale fatto di strade extraurbane con limite massimo fissato a 80 km/h. Nessun problema, il cruise control adattivo (ACC) con mantenimento attivo di corsia e centraggio (guida seimautonoma), ci riporta nella ricca Marrakech in totale relax. Giungiamo davanti all'hotel stanchi, ma felici. Un grazie a Mazda per questa "epica" esperienza, che speriamo di ripetere presto in qualche altra parte del mondo. Mazda CX-80: la nuova ammiraglia disponibile anche a sette posti       

Oltre 1000 km partendo da Marrakech e attraversando scenari mozzafiato: dal passo Tizi n'Test alle Gole di Dades, con numerosi percorsi non asfaltati

Mazda Epic Drive 2024, con CX-60 tra le meraviglie del Marocco

        Una giuria d&rsquo;eccezione e dai cognomi altisonanti, Giugiaro, Giolito, Stola tra gli altri, una locandina che &egrave; un&rsquo;opera d&rsquo;arte, disegnata dal grande artista Ugo Nespolo, una nuova brand identity firmata da Italdesign, una partecipazione fantastica, con la corsa all&rsquo;iscrizione di modelli storici veri e propri manifesti della storia e della bellezza dell&rsquo;automobile. Dopo il successo delle due precedenti edizioni, torna il Festival Car di Revigliasco, perla tra le pi&ugrave; ambite e riservate localit&agrave; della pregiata collina che &ldquo;protegge e accompagna&rdquo; Torino, in programma il 29 settembre. Il Concorso di Bellezza ha avuto una sorprendente consacrazione lo scorso anno al punto da essere ribattezzato la &ldquo;Pebble Beach&rdquo; italiana (non ci sar&agrave; il mare, ma il Po resta pur sempre nobilt&agrave; del nostro Paese). La rassegna di bellezze storiche avr&agrave; un numero chiuso, un centinaio di vetture iscritte, in sfilata dal Castello di Moncalieri per offrire un serpentone sulle strade della collina prima di arrivare a Revigliasco dove saranno in corsa per il premio finale e per le varie sezioni, ideate con il supporto di partner come Michelin, Bosch, GFG Stola, Arexons, Italdesign, Alcantara, e con il patrocinio di ASI (Automobil Club Storico Italiano), Comune di Moncalieri, Pro Loco Revigliasco e Pro Loco d&rsquo;Italia. Inoltre, la partecipazione di Stellantis Heritage e Mauto (Museo dell&rsquo;Auto Torino) con modelli indimenticabili.  Auto d'epoca: modelli leggendari e soprattutto costosi Nespolo celebra Maserati Sullo sfondo c&rsquo;&egrave; l&rsquo;erta di Revigliasco, sulla strada collinare spicca una Maserati 200S: &egrave; il tributo artistico disegnato con la consueta maestria e forza dei colori da Ugo Nespolo, uno degli artisti italiani contemporanei di maggior spicco nel panorama internazionale. La vettura &egrave; il ritratto di un modello reale e circolante, conservato nella collezione di Alfredo Stola, e vuole celebrare i 110 anni del marchio del Tridente. Una vera opera d&rsquo;arte. Italdesign ha invece ideato un logotipo evocativo ispirato al futurismo, in grado &ldquo;di catturare l&rsquo;anima della fervente attitudine verso il futuro e l&rsquo;innovazione di quell&rsquo;epoca, riproponendola in forma attualizzata&rdquo;. I premi Oltre al Best in Show, trofeo disegnato da Giugiaro Architettura con dettagli di Alcantara, saranno assegnati premi alle categorie Rock, Pop, Senior e Top Class, oltre alla categoria speciale Maserati Tribute e a sorprese che Federico Ferrero di Autoappassionati annuncer&agrave; a ridosso dell&rsquo;evento.  4x4 d'epoca, la prima volta Altra grande novit&agrave;, da record. Per la prima volta si registra l&rsquo;apertura alla partecipazione di veicoli 4x4 d&rsquo;epoca, un unicum nel panorama dei concorsi di eleganza, con una categoria speciale e uno spazio espositivo in offroad all&rsquo;interno del Parco Fiorio. One off e anniversari A parte, sono annunciate presenze rilevanti tra le one-off e le vetture speciali fuori concorso. Tra le prime conferme, un modello di Pininfarina Automobili e uno di Italdesign, la ErreErre Fuoriserie, la Lancia Appia Zagato GTE del Museo Nazionale dell&rsquo;Auto e le vetture da collezione scelte da Stellantis Heritage. Non mancano, poi, diversi spunti in casa Alfa Romeo con gli anniversari 70&deg; di Giulietta e i 50&deg; dell&rsquo;Alfetta GT, oltre i 40 anni della Lancia Thema e i 75 anni del brand Abarth.  Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella       

L'evento &egrave; in programma il 29 settembre 2024 e si preannuncia ricco di novit&agrave;, modelli dal fascino senza tempo e personalit&agrave; di spicco

Concorso di Eleganza Revigliasco Torinese, ecco la “Pebble Beach” italiana

        Due pi&ugrave; due (posti), quattro ruote motrici e, se serve, anche amica dell'ambiente con i suoi 13 km percorribili in elettrico. &Egrave; l'altro volto della Mercedes-AMG GT 63 S E Performance, che per semplificare chiameremo GT 63 ibrida plug-in. Va in scena la prima mondiale a Shanghai, a ridosso di un GP di Cina deludente ancora una volta per Mercedes.&nbsp; Dopo l'applicazione sulla AMG GT quattro porte, il sistema ibrido plug-in V8 finisce sulla nuova GT 2+2. Il risultato? Quello che delinea il volto principale, l'essenza della coup&eacute;: numeri da supersportiva pura, anche se il progetto finisce pienamente nella categoria granturismo. Da 0 a 100 orari accelera in 2"8, raggiunge i 320 km/h e dichiara una potenza di sistema di 816 cavalli.  Motore V8 con "l'aiutino" elettrico Un valore, quest'ultimo, figlio dei 612 cavalli apportati dal V8 4 litri biturbo e dai 204 cavalli erogati dal motore elettrico installato sull'asse posteriore. Lo schema &egrave; specifico di Mercedes-AMG (qui trovi i modelli sul mercato dell'usato), prevede il motogeneratore in una scatola completa di trasmissione due marce e differenziale a slittamento limitato. La batteria da 6,1 kWh &egrave; posta sopra l'assale posteriore, mentre un albero di trasmissione rende possibile la trazione 4Matic+ (completamente variabile nella percentuale di ripartizione della coppia tra i due assi) anche all'anteriore e in modalit&agrave; elettrica. I 13 km di autonomia non sono certo il punto focale del progetto AMG GT 63 S, specializzato com'&egrave; sulla prestazione pura. C'&egrave; comunque un fattore di efficienza notevole nel sistema ibrido plug-in, che dichiara consumi elettrici da 12,6 kWh/100 km e ricorre a un raffreddamento delle singole celle con liquido non infiammabile e dalle caratteristiche superiori all'impiego dell'acqua. Temperatura ottimale di esercizio del pacco batteria che &egrave; individuata in 45&deg; C, per evitare i cali di potenza della parte elettrica. Se i 204 cavalli rappresentano la potenza di picco, la batteria pu&ograve; fornire al motogeneratore 95 cavalli di potenza costante.&nbsp; Assetto, rollio azzerato senza barre di torsione Detto del cambio automatico 9 marce con frizioni al posto del convertitore di coppia, dell'asse posteriore sterzante e dell'assetto adattivo, altri contenuti della Mercedes-AMG GT 63 S ibrida plug-in finiscono sotto i riflettori. &Egrave; il caso della stabilizzazione attiva del rollio, prodotta dal controllo della rigidit&agrave; sul singolo ammortizzatore e l'eliminazione delle tradizionali barre antirollio. Ha quattro distinte anime la AMG GT 63 S, ciascuna rappresentata da una modalit&agrave; di guida. Spaziano dalla Electric alla Race, fino alla Individual che permette di regolare su parametri differenti molteplici sistemi dell'auto: motore, cambio, assetto, elettronica. In Battery Hold, invece, l'attenzione &egrave; sul mantenimento e incremento della carica residua, per un utilizzo in una fase successiva della guida. Batteria ricaricabile alla spina, a una potenza massima di 3,7 kW, come anche attraverso il recupero energetico personalizzabile su 4 step: 100 kW il valore massimo di rigenerazione durante le decelerazioni. La linea sportiva ed equilibrata della coup&eacute; nasconde un'aerodinamica attiva, visibile oltre gli 80 km/h con l'ala posteriore mobile e (invisibile) nel deviatore di flusso nel sottoscocca: si estende per 4 centimetri in altezza e accelera l'aria verso il diffusore, per produrre un effetto simile ai canali Venturi.&nbsp; Mercedes-AMG GT 63 S E Performance si potr&agrave; ordinare dal terzo trimestre dell'anno.       

Un motogeneratore posteriore da 204 cavalli porta la AMG GT a nuove vette di accelerazione e velocit&agrave;. Un'ibrida plug-in votata alle prestazioni e con soluzioni raffinate di assetto

Mercedes-AMG GT 63 S ibrida plug-in, l'aiuto elettrico alza le prestazioni

Mentre il mercato italiano fa segnare un calo delle vendite, i tanto attesi incentivi per l&#39;acquisto di auto nuove continuano ad accumulare ritardo. Il Direttore di Auto, Andrea Brambilla, fa il punto della situazione

Auto Speed Date: gli incentivi per l'auto tardano ancora

rnlt, ovvero, la vetrina migliore di Renault nei centri pi&ugrave; in delle citt&agrave;. Con l&#39;apertura nel centro di Parigi, su Boulevard Hausmann, la casa della Regie d&agrave; vita a un punto di contatto con i clienti che va al di l&agrave; dell&#39;ordinaria rete di vendita.  Diventa qualcos&#39;altro rnlt, immaginato come un nuovo concept di vendita. La sigla da codice fiscale del marchio &egrave; in grado di sintetizzare l&#39;offerta di prodotto di punta (2-3 modelli esposti).    Alla scoperta del brand: non solo auto  Inoltre, offre al cliente che si muove nelle centralissime vie della citt&agrave; un coinvolgimento con il brand e l&#39;opportunit&agrave; di acquistare altro che non il semplice prodotto auto in s&eacute;: merchandising, dagli accessori all&#39;abbigliamento.  &quot;rnlt riflette la nuova tipologia di distribuzione: moderna, compatta (180 metri quadri a Parigi; ndr), un vero concentrato del brand. Questi nuovi store daranno ai visitatori un&#39;esperienza completa del marchio Renalt e dei suoi prodotti. I punti rnlt lavoreranno in sinergia con gli esistenti, classici, showroom, posizionati in periferia, cos&igrave; da permettere ai clienti del centro di beneficiare dell&#39;intera gamma di servizi di vendita e post-vendita&quot;, spiegano in Renault (&lt;&gt;qui trovi i modelli sul mercato dell&#39;usato&lt;/&gt;).  Due centri rnlt verranno inaugurati anche in Italia, a Roma e Milano, che entrano a far parte dei circa 20 punti di prossima apertura in tutto il mondo: Londra, Madrid, Berlino, sono solo alcuni delle vetrine pi&ugrave; in vista di un impegno globale, che porter&agrave; Renault anche a Seoul e Medellin, tra le altre citt&agrave;.   

Accanto alla classica rete di concessionari, Renault apre i punti rnlt, in pieno centro citt&agrave; e vetrine del prodotto di serie di punta e del mondo Renault oltre l&#39;auto

rnlt, Renault &quot;apre&quot; in centro: Roma e Milano tra i 20 punti selezionati

        Il 28 aprile 2024, in occasione del Salone di Pechino, Omoda presenter&agrave; per la prima volta l&rsquo;Omoda 7, di cui per il momento ha lanciato una foto che ci permette di spiarne le forme ma senza aver alcun dettaglio particolare. Non resta quindi che attendere ma proviamo a fare il punto su quanto emerso finora. Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella Le ipotesi Gi&agrave; a una prima occhiata dell'immagine vediamo che le dimensioni sono pi&ugrave; generose di quelle dell&rsquo;Omoda 5 (che misura 4,4 metri). Proporzioni importanti, dunque, accompagnate da forme affilate ma allo stesso tempo muscolose. Catturano l&rsquo;attenzione, poi, le luci posteriori che sembrano avere un grafica particolarmente elaborata. Delle poche informazioni rilasciate, Omoda fa sapere che il conducente avr&agrave; a che fare con &ldquo;un'esperienza di guida intelligente&rdquo;, espressione che fa presumere avanzati e tecnologici sistemi di assistenza alla guida. Restando ancora nel campo delle ipotesi, passiamo alle motorizzazioni, di cui noi si sa assolutamente nulla. Pu&ograve; darsi che ci siano delle novit&agrave; in arrivo, ma pu&ograve; darsi anche che sia stata fatta la scelta di seguire quanto proposto con l&rsquo;moda 5, quindi nella doppia versione: un 1.5 turbo benzina da 197 CV e la variante elettrica con&nbsp;batteria da 61 kWh&nbsp;e autonomia massima di 430 km. E i prezzi? Sicuramente pi&ugrave; alti della 5. Non &egrave; da escludere che si parta da 40mila euro a salire. Mercedes, al Salone di Pechino debuttano Classe G elettrica e AMG GT 63       

In attesa del debutto, previsto il 28 aprile, &egrave; stato lanciata la prima foto del Suv. Ecco cosa sappiamo

Omoda 7, il nuovo Suv sarà presentato al Salone di Pechino 2024

        In un intervento durante l'evento "Artigianato cuore del Made in Italy", Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha ribadito l'impegno del Governo nell'investire risorse per il settore automobilistico. Tra i temi toccati ovviamente anche quello relativo ad un possibile ingresso nel paese del produttore Dongfeng. Urso non si sbilancia Recentemente Qian Xie, responsabile delle operazioni europee di Dongfeng, ha annunciato durante un evento di Voyah, il nuovo marchio automobilistico cinese, l'intenzione di espandere la presenza dell'azienda in Europa. Sebbene i negoziati tra le istituzioni italiane e Dongfeng siano appena iniziati, con lo scambio di documenti come primo passo, Xie ha sottolineato un clima di entusiasmo e ottimismo per avviare una collaborazione. L'obiettivo di Dongfeng &egrave; quello di raggiungere la produzione di 100.000 veicoli all'anno "Negli ultimi mesi diverse case automobilistiche, non soltanto asiatiche, hanno interloquito con il nostro dicastero sulla possibilit&agrave; di realizzare i loro investimenti produttivi nel nostro paese ritenendolo quello pi&ugrave; attrattivo proprio per il contesto, per l'ecosistema automobilistico", ha detto Urso. Urso ha anche affrontato il discorso sullo stato delle trattative con Chery: "Noi annunceremo a cose fatte, cos&igrave; come accaduto con la microelettronica, quando tutti dicevano che fossimo indietro, cos&igrave; accadr&agrave; col sistema delle auto. Quando gli accordi ci saranno, come accaduto con Silicon box nel campo della microelettronica, annunceremo eventuali accordi che ci fossero nel sistema automobilistico". Colossi automobilistici e guadagni: un'azienda italiana leader del 2023 Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella        

L'annuncio &egrave; arrivato direttamente dal Ministro Urso, il quale ha fatto il punto anche sulle trattative con Chery

Produzione auto in Italia: non c'è solo Dongfeng a farsi avanti

La nuova proposta premium di Mazda impressiona per la qualit&agrave; e colpisce le scelte, come quella di proporre una motorizzazione diesel, che appaiono in controtendenza rispetto a quella di altre Case ma che riflettono la strategia multi-soluzione di Mazda che mette a disposizione dei propri clienti ben 9 tecnologie di motorizzazione differente all&rsquo;interno della propria gamma.  La nuova Mazda CX-80 &egrave; la nuova ammiraglia della Casa giapponese, &egrave; infatti il secondo modello, dopo la CX-60, che fa parte del gruppo Large Product di Mazda destinate al mercato Europeo. Dotata di tre file di sedili, &egrave; la vettura pi&ugrave; spaziosa della gamma. La nuova CX-80 &egrave; molto simile alla CX-60 ma &egrave; lunga ben 5 metri (25 cm pi&ugrave; della CX-60), larga 1.9 metri, alta 1.7 m (24 mm pi&ugrave; della CX-60) e ha un passo di oltre 3 metri (3.120 mm per la precisione, 250 mm in pi&ugrave; rispetto alla CX-60).  Il frontale imponente e lungo della CX-80 sottolineano l&rsquo;architettura a motore anteriore e trazione posteriore del nuovo SUV, mentre il design dinamico e possente della calandra e dei fari la identificano immediatamente come appartenente alla nuova linea Mazda. Da notare i cerchi in lega di alluminio da 20 pollici con finitura in grigio lucido, che con una vettura di queste dimensioni non sembrano neppure tanto grandi.    Due le motorizzazioni disponibili  La prima &egrave; ibrida plug in con un motore Skyactiv-G 2.5, quattro cilindri benzina a iniezione diretta associato a un motore elettrico da 129 kW e batteria agli ioni di litio ad alta capacit&agrave; da 355 V, 17,8 kWh. La potenza totale della Mazda CX-80 e-Skyactiv PHEV &egrave; di 327 CV/241 kW e 500 Nm di coppia. L&rsquo;accelerazione 0-100 km/h avviene in 6,8 secondi, con una velocit&agrave; massima di 195 km/h.  La seconda motorizzazione disponibile &egrave; quella che utilizza un diesel di ultima generazione, il sei cilindri in linea, da 3,3 litri e-Skyactiv D da 249 CV (limitati per il mercato italiano), equipaggiato con il sistema ibrido Mazda da 48 V, (Mazda M Hybrid Boost). Questo &egrave; un motore gi&agrave; visto sulla CX-60, particolarmente parco nei consumi e nelle emissioni: il consumo medio di carburante WLTP &egrave; di 5,7 l/100km mentre le emissioni di CO2 sono di 151 g/km.  L&rsquo;accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 6,8 secondi per la versione Phev e in 8,4 secondi con il motore diesel.  A tutte le motorizzazioni &egrave; associata una trasmissione automatica a 8 rapporti. La CX-80 utilizza una piattaforma AWD con sistema di trazione integrale permanente a preferenza posteriore. Cosa vuol dire? Che combina la stabilit&agrave; e la trazione di una configurazione integrale con le caratteristiche di neutralit&agrave; in curva di un sistema a trazione posteriore.  &nbsp;  Tanto spazio per tutti  Punto di forza di questo Suv eXtra Large &egrave; la possibilit&agrave; di ospitare fino a sette persone. Esistono tre possibilit&agrave; di scelta per la configurazione della seconda fila: sedile a panchetta (in totale sette posti), sedili singoli con passaggio centrale (sei posti totali), sedili singoli con consolle centrale (sei posti totali). Purtroppo la scelta va fatta al momento dell&rsquo;acquisto e non &egrave; modificabile in seguito, a nostro avviso avrebbe avuto pi&ugrave; senso una soluzione pi&ugrave; elastica, almeno nella possibilit&agrave; di utilizzo o meno della console centrale.  I sedili della seconda fila possono scorrere in avanti cos&igrave; da lasciare pi&ugrave; spazio dietro (Mazda afferma che nella terza fila possono prendere posto anche persone alte un metro e 70) e consentire di reclinare lo schienale fino a 33 gradi.  Il bagagliaio, decisamente ridotto con tutti i sedili utilizzati (appena 258 litri) diventa invece estremamente capiente abbattendo la terza fila (si passa a 687 litri) e adatto a un piccolo trasloco se si abbattono entrambe le file posteriori: ben 1.971 litri.  &nbsp;  Interni eleganti e ampia possibilit&agrave; di scelta  Cinque i livelli di allestimento proposti: Exclusive-line, Takumi, Homura, Takumi Plus e Homura Plus e quattro i pacchetti di opzioni: Comfort per Exclusive-line, Driver Assistance per Exclusive-line, Convenience &amp; Sound, che utilizza speaker Bose, e offre la possibilit&agrave; di un tetto panoramico.  L&rsquo;allestimento Takumi, lo stesso che si pu&ograve; apprezzare sulla CX-60, propone rivestimenti in pelle Nappa bianca, finiture in legno d&rsquo;acero &ndash; che non ci fanno impazzire a dire il vero &ndash; e meravigliose &ldquo;cuciture appese&rdquo;, tipiche del Giappone, che danno un tocco di artigianalit&agrave;.    Tutti gli allestimenti offrono una dotazione completa, che comprende climatizzatore trizona, con controlli anche nella seconda fila di sedili e bocchette nella terza, touch screen centrale da 12 pollici, radio DAB, ricarica Wireless da 15W, navigatore ibrido, e regolatore di velocit&agrave;. Oltre ad Apple CarPlay e Android Auto &egrave; disponibile anche l&rsquo;assistente vocale Alexa, tramite il quale &egrave; possibile agire sul sistema audio, sulla climatizzazione, sulla navigazione e su app di terze parti come Spotify.  Salendo in macchina il guidatore viene riconosciuto automaticamente e vengono regolati automaticamente la posizione di sedile, il volante, gli specchietti, il display del cruscotto, nonch&eacute; le impostazioni di climatizzatore e audio.  Interessanti anche le novit&agrave; che riguardano i sistemi di assistenza alla guida con nuovi supporti per la guida in colonna, e per l&rsquo;attenuazione delle collisioni frontali.  Con la CX-80 Mazda introduce nuove colorazioni, dalla particolarissima Artisan Red, un rosso cos&igrave; intenso che risalta con la luce mentre le ombre sembrano quasi nere, alla superdark Jet Black, fino alla Melting Copper, un rame particolarmente luminoso.  &nbsp;  Disponibilit&agrave; e prezzi  La n uova Mazda CX-80 sar&agrave; ordinabile a maggio e arriver&agrave; nei concessionari in autunno con un prezzo che parte da 61.235 euro.   

Prendete una CX-60, &ldquo;allungatela&rdquo;, &ldquo;alzatela&rdquo; e otterrete qualcosa di molto simile alla nuova CX-80, un Suv sufficientemente grande da ospitare fino sette occupanti in tutta comodit&agrave;.

Mazda CX-80: la nuova ammiraglia disponibile anche a sette posti

        Un terribile incendio ha coinvolto The Engine Block, luogo di ritrovo per appassionati di auto, all&rsquo;interno di un ex stabilimento di lavorazione della carne fuori Dublino, in Irlanda. Un vero e proprio punto di riferimento che ospitava una concessionaria di moto ed un garage di auto d&rsquo;epoca, e poi attivit&agrave; commerciali, un bar, un&rsquo;azienda di detailing, un tappezziere, un negozio di ricambi e un trasportatore. Insomma un piccolo mondo, aperto nel 2022. Adesso The Engine Block &egrave; stato distrutto, le fiamme hanno avvolto gli edifici e, secondo quanto riportato dai media locali, i danni sono davvero pesanti. Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella Sconosciuti i motivi dell&rsquo;incendio L&rsquo;incendio &egrave; divampato nella notte e sono dovute intervenire sei autopompe per domarlo. Per fortuna non sembrano esserci feriti ma ancora non sono state chiarite le cause del fuoco. Gli edifici sono stati letteralmente squarciati dalle fiamme e sono stati distrutte anche numerose auto. Qui, infatti, si trovavano diversi rivenditori che ospitavano, tra le altri, una BMW M3 E30, una Subaru Impreza Prodrive e una Lancia Fulvia Rallye S1. Ma ovviamente i mezzi coinvolti sono molti di pi&ugrave;, tra rivenditori di vetture d&rsquo;epoca, servizi di deposito e restauro. Tra le auto andate distrutte, fanno sapere i venditori, ci sono anche una Nissan Skyline GT-R (R32), alcune Nissan Silvia, una BMW 633 Csi e una Lamborghini Gallardo. Distrugge la Ferrari SF90 Stradale da 430mila euro: riceve un risarcimento da urlo        

Le fiamme (le cui cause sono ancora da chiarire) hanno avvolto il sito The Engine Block, che ospitava Lamborghini, BMW e Nissan

L’incendio devastante a Dublino: distrutte centinaia di auto

Audi RS e-tron GT &egrave; una delle vetture pi&ugrave; indovinate, dal punto di vista dello stile, della Casa di Ingolstadt.  Il restyling della granturismo elettrica &egrave; alle porte, sar&agrave; presentato entro l&rsquo;autunno, e non stravolger&agrave; le belle forme della RS e-tron GT che dall&rsquo;esordio nel 2021 &egrave; stata venduta in circa trentamila esemplari.    Pi&ugrave; cavalli e range?  Realizzata sulla piattaforma J1, la stessa di Porsche Taycan, che &egrave; appena &egrave; arrivata su strada con un sostanzioso aggiornamento, la nuova versione &egrave; annunciata con &ldquo;tecnologie all&rsquo;avanguardia e prestazioni straordinarie&rdquo;.  Al parti della sportiva elettrica di Zuffenhausen le prestazioni e l&rsquo;autonomia di Audi RS e-tron GT saranno probabilmente incrementate oltre i 646 cv, 830 Nm e 495 km.  L&rsquo;estetica, a quanto mostrano le immagini, &egrave; stata solo aggiornata, non rivoluzionata. A ragion veduta.   Potrebbe interessarti: le migliori offerte di Audi nuove e usate Potrebbe interessarti:&nbsp;Audi RS e-tron GT, la prova di Auto 

La granturismo elettrica arriver&agrave; dopo l&#39;autunno: probabile una iniezione di potenza e prestazioni

Audi RS e-tron GT vicinissima al restyling

        Novit&agrave; in arrivo sulle prossime release di Google Maps. La app di navigazione introdurr&agrave; una serie di informazioni specifiche per le operazioni di ricarica, in particolare mirate a rendere pi&ugrave; facilmente individuabili colonnine "nascoste". Lo far&agrave; utilizzando l'intelligenza artificiale, che creer&agrave; un sommario al di sotto delle colonnine, composto sulla base dei dati raccolti dalle recensioni degli utenti su quella specifica colonnina. Il risultato sar&agrave; l'indicazione precisa, passo-passo per raggiungere lo stallo di ricarica. Maps mostrer&agrave; anche altre informazioni in tempo reale sul punto di ricarica, come il tipo di presa e il tempo di attesa nel caso di una colonnina occupata in ricarica.&nbsp; Maps a bordo dell'auto pianifica le soste Nell'integrazione di Google Maps sui sistemi infotainment di bordo, poi, &egrave; previsto l'arricchimento di informazioni come la disponibilit&agrave; aggiornata in tempo reale delle colonnine e la velocit&agrave; di ricarica del punto di ricarica. In fase di pianificazione dell'itinerario, invece, l'app di navigazione mostrer&agrave; i punti di ricarica presenti lungo il percorso e le soste necessarie per effettuare una ricarica. L'integrazione al sistema di bordo dell'auto, dove presente Google Maps, porter&agrave; a mostrare le colonnine pi&ugrave; vicine quando il livello di carica della batteria sar&agrave; del 15% o inferiore. Nissan Qashqai, il crossover cambia look e diventa pi&ugrave; tecnologico       

L'intelligenza artificiale offrir&agrave; un riassunto sul punto di ricarica e una descrizione dettagliata su come muoversi per raggiungerla nei punti meno visibili. Novit&agrave; anche sullo status in tempo reale delle colonnine

Google Maps si aggiorna e aiuta a trovare le colonnine di ricarica

Da Milano a Junior. La notizia che Alfa Romeo &egrave; stata costretta a cambiare nome al suo nuovo baby Suv presentato appena una settimana fa &egrave; rimbalzata ovunque. Il Ministro Adolfo Urso si &egrave; rifatto ad una legge nata per preservare il Made in Italy dei prodotti agroalimentari. Una legge corretta contro le imitazioni: per esempio, il vero parmigiano dal farlocco &ldquo;parmesan&rdquo;, dal nome simile ma non uguale, prodotto nei Paesi dell&rsquo;Est con latte differente da quello del parmigiano e lavorazioni molto meno scrupolose. Ma anche per le mozzarelle fake, per il finto prosciutto di Parma o per l&rsquo;imitazione dell&rsquo;aceto balsamico modenese, e per tanti altri prodotti fasulli.    Nello scontro Governo-Alfa Romeo ha perso l&#39;automotive italiano  Alfa Romeo ha pagato il &ldquo;braccio di ferro&rdquo; che Stellantis da mesi sta facendo con il Governo su diversi temi, decisamente pi&ugrave; importanti di un nome di una vettura. Vettura, la Milano che comunque &egrave; nata da stilisti italiani e ingegneri del nostro Paese, sviluppata e messa a punto da esperti tecnici italiani sulla pista di Balocco che sono gli stessi che hanno curato l&rsquo;handling e il set-up della Giulia GTA, tanto per fare un esempio di tecnologia d&rsquo;avanguardia.  Il comunicato di Alfa Romeo &egrave; stato chiaro: &ldquo;Pur ritenendo che il nome Milano rispetti tutte le prescrizioni di legge, e in considerazione del fatto che ci sono temi di stretta attualit&agrave; pi&ugrave; rilevanti del nome di una nuova autovettura, Alfa Romeo decide di cambiare il nome da Milano a Junior, nell&rsquo;ottica di promuovere un clima di serenit&agrave; e distensione&rdquo;. Ma alla fine &egrave; stato deciso di cambiare nome, dall&rsquo;evocativo Milano ad un semplice Junior.  Per&ograve; io penso che in questa vicenda abbiano perso entrambi. Sia il Ministro Urso che Stellantis. Il primo perch&eacute; si &egrave; impuntato su un nome che avrebbe dato comunque lustro internazionale al nostro Paese, anche perch&eacute; al netto di dove verr&agrave; prodotta la vettura &egrave; comunque un&rsquo;auto italiana e cos&igrave; viene percepita da tutto il mondo e non certamente polacca. Stellantis perch&eacute; ha perso un&rsquo;occasione di un nome che ha una risonanza internazionale e ha sminuito un grande prodotto con un nome dal sapore straniero. Le Alfa che ricordiamo sono Duetto, Giulia, Giulietta, Stelvio, Brera, e certamente, anche se gi&agrave; usato il nome Junior.  E comunque ha perso ancora una volta il sistema automotive italiano, proprio quello che il Governo vorrebbe difendere e far crescere.  Alfa Romeo Milano diventa Junior: contrordine, ci siamo sbagliati 

Nel braccio di ferro sul nome del nuovo Suv, hanno perso sia il Governo che Alfa Romeo: ecco perch&eacute;

Alfa Romeo Junior, con il cambio di nome hanno perso tutti

A seguito delle polemiche innescate dal Ministro Urso, Alfa Romeo ha fatto marcia indietro sul nome Milano ribattezzando il suo nuovo Suv in Junior. Ma in questo scontro hanno perso tutti: ecco il punto del Direttore di Auto, Andrea Brambilla

Auto Speed Date: il braccio di ferro sull'Alfa Romeo Milano

        Contrordine, ci siamo sbagliati! L&rsquo;improvviso cambio di nome della nuova compatta sportiva Alfa Romeo da &ldquo;Milano&rdquo; a &ldquo;Junior&rdquo; ha del clamoroso. E far&agrave; discutere non poco. Non era mai successo nella storia dell&rsquo;automotive che un&rsquo;auto cambiasse improvvisamente nome appena dopo il lancio. Nell&rsquo;imminenza s&igrave;, ma a presentazione gi&agrave; avvenuta mai.  Alfa Romeo Milano e il botta e risposta Governo-Stellantis Mercoledi sera 10 aprile l&rsquo;auto era stata lanciata in pompa magna con il nome Milano, con una frizzante world premiere proprio nella capitale lombarda. Appena cinque giorni dopo i vertici Alfa &ndash; con in testa l&rsquo;amministratore delegato Jean Philippe Imparato &ndash; hanno deciso di cancellare quel nome che aveva suscitato tante polemiche e ribattezzarla &ldquo;Junior&rdquo;. Come la mitica Giulia GT Sprint del 1966 con motore 1.3 litri il cui nomignolo ne sottolineava proprio la cilindrata inferiore rispetto alla sorella maggiore 1600. Il motivo del cambio di nome lo sappiamo e ce l&rsquo;hanno spiegato con dovizia di particolari: spezzare la tensione politica che si era creata con le dichiarazioni del ministro del made in Italy, Adolfo Urso, che aveva pi&ugrave; o meno apertamente accusato l&rsquo;Alfa Milano di &ldquo;illegalit&agrave;&rdquo;. Eliminando l&rsquo;ambiguo nome Milano si vuol mandare un messaggio di distensione al mondo politico e a quello sociale. La tesi del Ministro Urso era che battezzando la piccola Alfa Romeo col nome della citt&agrave; lombarda, si faceva credere alla gente che fosse un&rsquo;auto costruita in Italia quando invece &egrave; assemblata in Polonia. Un&rsquo;accusa grave. Ma anche una forzatura esagerata. Perch&eacute; se per ipotesi estrema si fosse andati verso un contenzioso legale, Alfa Romeo avrebbe vinto a mani basse un&rsquo;eventuale causa. Perch&eacute; Urso ha preso a pretesto una legge, quella dell&rsquo;Italian Sounding, che &egrave; stata creata anni fa per tutelare la falsificazione dei prodotti italiani con nomi storpiati che per assonanza richiamano l&rsquo;italianit&agrave; quando sotto non c&rsquo;&egrave; niente di italiano. Ma che &egrave; esagerato abbinare alla faccenda Alfa Milano. Quella legge &egrave; stata scritta per salvaguardare i prodotti italiani dal fake, dalle imitazioni: per esempio, il vero parmigiano dal farlocco &ldquo;parmesan&rdquo;, dal nome simile ma non uguale, prodotto nei paesi dell&rsquo;est con latte differente da quello del parmigiano e lavorazioni molto meno scrupolose. E che viene venduto negli Usa agli ignari americani creduloni che acquistano parmesan convinti di mangiare il vero parmigiano. Lo stesso vale per le mozzarelle fake, per il finto prosciutto di Parma o per l&rsquo;imitazione dell&rsquo;aceto balsamico modenese, e per tanti altri prodotti fasulli. Ma l&rsquo;Alfa Romeo Milano non &egrave; come il parmesan: &egrave; veramente italiana. &Egrave; un&rsquo;auto pensata, disegnata e progettata in Italia. Da stilisti italiani e ingegneri del nostro Paese. Sviluppata e messa a punto da esperti tecnici italiani sulla pista di Balocco che sono gli stessi che hanno curato l&rsquo;handling e il set-up della Giulia GTA, tanto per fare un esempio di tecnologia d&rsquo;avanguardia. E soprattutto porta sul cofano un Marchio italiano che appartiene a un&rsquo;azienda di propriet&agrave; almeno per met&agrave; di azionisti italiani. Insomma, caro Ministro, la Milano non &egrave; proprio la stessa cosa del parmesan cheese proveniente dai Paesi dell&rsquo;est. Alfa Romeo cambia nome alla Milano: il B-Suv ora si chiama Junior Alfa Romeo, una decisione contro le polemiche Cos&igrave;, cambiando nome alla Milano e chiamandola Junior, Alfa ha voluto smussare le polemiche. Mandare un messaggio di distensione. &Egrave; come se avesse detto: noi crediamo di essere nel giusto ma se questo dev&rsquo;essere un motivo di attrito, facciamo un passo indietro. Ha voluto mettere a tacere speculazioni, critiche e allusioni perch&eacute; quasi subito la vicenda era stata strumentalizzata dalla politica. &Egrave; evidente che il Governo italiano ha criticato l&rsquo;Alfa Romeo con la scusa del nome per colpire in realt&agrave; le strategie industriali del gran capo di Stellantis, Carlos Tavares, rest&igrave;o ad aumentare la produttivit&agrave; di automobili nelle fabbriche italiane. Il Governo non poteva perdere la faccia davanti ai lavoratori e ai sindacati facendo vedere che non aveva forza di trattativa con Stellantis per far togliere la cassa integrazione a Mirafiori. Cos&igrave; ha giocato duro alludendo all&rsquo;ambiguit&agrave; del nome Milano che evocava un&rsquo;italianit&agrave; della macchina che solo produttivamente non era tale. Ora questo segnale di distensione far&agrave; bene a tutti e due: all&rsquo;Alfa Romeo che ha dimostrato maturit&agrave; nella vicenda e al Governo che pu&ograve; incassare una mezza vittoria morale. Potr&agrave; vantarsi di aver costretto un&rsquo;azienda che fino a ieri gli ha sempre risposto picche, a tornare sui propri passi. Cosa cambier&agrave; dopo il cambio di nome della Milano Ma siccome sappiamo che non &egrave; usanza n&eacute; in politica n&eacute; nell&rsquo;industria che qualcuno porga l&rsquo;altra guancia e basta; e sappiamo anche che a pensar male a volte ci si piglia, viene da chiedersi: cosa ci guadagneranno le due parti? Qui entriamo nel campo delle ipotesi: il Governo potr&agrave; fingere davanti alle parti sociali e ai cittadini di aver vinto il braccio di ferro senza in realt&agrave; che abbia portato a casa nulla di concreto. Perch&eacute; la Milano, anzi la Junior, si continuer&agrave; a costruire in Polonia non certo a Mirafiori. L&rsquo;Alfa Romeo, a sua volta, in cambio di questo segnale di distensione, magari potrebbe chiedere al governo che i famosi incentivi statali per rilanciare il mercato, promessi lo scorso febbraio e ancora misteriosamente fermi al palo della ratifica governativa, vengano finalmente fatti partire. &Egrave; quello che serve a tutta l&rsquo;industria automobilistica per rilanciare le vendite crollate nei primi mesi 2024, ripianare i bilanci e allontanare lo spettro della cassa integrazione per Stellantis. E infine Alfa Romeo ci guadagna di sicuro tanta pubblicit&agrave; extra e un nome bellissimo per la sua piccola compatta sportiva. Junior era la seconda scelta nella rosa dei nomi dopo Milano, ma le era stato preferito l&rsquo;altro perch&eacute; evocava le origini lombarde di Alfa. Invece non c&rsquo;&egrave; dubbio che Junior sia un nome azzeccatissimo: perfetto come simbologia, tradizione e significato per un&rsquo;Alfa sportiva di piccole dimensioni. Solo una volta, nella storia dell&rsquo;industria automobilistica, c&rsquo;era stato un precedente altrettanto clamoroso di cambio di nome al momento del lancio del nuovo modello o poco prima. Guarda caso proprio da parte del gruppo Fiat. Quando la Fiat Panda del 2003 la cui nuova generazione avrebbe dovuto chiamarsi &ldquo;Gingo&rdquo; per segnare una netta rottura col passato, fu all&rsquo;ultimo istante ribattezzata Panda perch&eacute; Gingo somigliava troppo a Twingo (Renault). Successe talmente nell&rsquo;imminenza del debutto che non ci fu il tempo di cambiare il merchandising che era stato preparato per la nuova utilitaria. Addirittura su certe borse di tela create per la Panda/Gingo, si intravvedeva ancora chiaramente in trasparenza sotto al nuovo nome Panda il vecchio nome Gingo che non si era riusciti a cancellare. In quel 2003 la vicenda cre&ograve; scalpore e sembrava che potesse finire in tragedia commerciale; invece la nuova Panda incontr&ograve; il successo clamoroso che ben conosciamo. Chiss&agrave; che la vicenda non porti altrettanta fortuna all&rsquo;Alfa Romeo Junior... Abarth compie 75 anni e mette in mostra un tesoro di rarit&agrave;       

Alfa Romeo risponde al Governo cambiando nome alla sua ultima nata. Ma la legge sull'italian sounding non sarebbe stata vincolante per il Biscione. Ecco cosa cambia adesso

Alfa Romeo Milano diventa Junior: contrordine, ci siamo sbagliati

        Alpine ha annunciato la presentazione della A290 elettrica nella settimana della 24 Ore di Le Mans. Non &egrave; l'unica, attesissima, novit&agrave; alla quale lavora la casa francese. C'&egrave; il progetto Alpine A110 R Ultime in fase di sviluppo, che secondo le ultime indicazioni potrebbe arrivare sul mercato a fine 2025. I primi avvistamenti dei muletti risalgono all'autunno del 2023, i pi&ugrave; recenti sono firmati wilcoblok, che su Instagram ha pubblicato le immagini della coup&eacute; evoluta nell'aerodinamica e oggetto di una cura estrema.&nbsp;             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da ????? ???? (@wilcoblok)      Alpine A110, motore e peso: ecco cosa attendersi Ma cosa sappiamo della A110R Ultime? Verr&agrave; prodotta in tiratura limitata, 110 esemplari e con un prezzo da supercar, di molto superiore ai 109 mila euro che rappresentano la soglia di partenza della A110 R (foto in apertura) in Italia. Dal motore 1.8 litri turbo benzina, i tecnici di Viry Chatillon sono riusciti a spremere ancora una manciata di cavalli, arrivando a quota 330: 30 in pi&ugrave; rispetto alla A110 R da cui deriva. Un altro moltiplicatore delle prestazioni &egrave; la riduzione del peso, con le indiscrezioni che vorrebbero la soglia dei 1.000 kg abbattuta. Il riferimento restano i 1.082 kg dichiarati da A110 R. La carrozzeria con maggiori componenti in fibra di carbonio &egrave; uno dei contenuti anticipati dalle foto spia e in grado di contribuire a ridurre ulteriormente le masse.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da ????? ???? (@wilcoblok)            

Sar&agrave; una versione in edizione limitata nel numero di esemplari a celebrare il punto pi&ugrave; alto della Alpine A110. Su base R, molti accorgimenti per incrementare le prestazioni: peso e potenza tra le aree di intervento

Alpine A110R Ultime, sportività estrema in arrivo

        Manca sempre meno all&rsquo;unveiling della nuova BMW X3. La quarta generazione del Suv tedesco, forte di ottimi successi commerciali fin dal primo modello (2003-2010), si aggiorna completamente: &egrave; pi&ugrave; precisa, sportiva, aerodinamica e tecnologica, con l&rsquo;introduzione di avanzatissimi ausili alla guida attivi che massimizzano la sicurezza. Abbiamo avuto modo di provare in anteprima alcuni esemplari di preserie &ndash; veri e propri prototipi camuffati, sebbene la messa a punto generale possa considerarsi quasi ultimata &ndash; su strada pubblica e all&rsquo;interno del proving ground del marchio tedesco a Miramas, in Francia. BMW X3 2025, &egrave; tutta nuova  Come visibile da foto e video, gli esemplari del test &ndash; una plug-in hybrid e la declinazione ad alte prestazioni &ldquo;griffata&rdquo; M &ndash; non mostrano molto. Dietro wrapping mimetico e pannelli posticci, per&ograve;, si possono notare alcuni elementi affini ad alcuni modelli del nuovo corso del marchio dell&rsquo;Elica. A partire dal frontale, con fari Led dalla forma appuntita simili a quelli delle ultime X1 e X2. &Egrave; evidente, per&ograve;, il cambiamento a livello di forme: la nuova BMW X3 &egrave; pi&ugrave; bassa e larga, per una presenza su strada aumentata; inoltre, come riportato dai tecnici, le carreggiate sono state allargate mantenendo invariato il passo (2,86 metri). Gran lavoro anche sul versante aerodinamico: l&rsquo;ottimizzazione del sottoscocca, oltre a soluzioni come maniglie portiera a filo carrozzeria, nuovo sistema &ldquo;Air Vent&rdquo; sulla calandra e spoiler posteriore con &ldquo;aeroblade&rdquo; che abbraccia i montanti posteriori, ha permesso di ottenere un coefficiente di resistenza (Cd) di soli 0,27. Nonostante le pesanti coperture interne si possono, poi, riconoscere dettagli familiari come il doppio Curved Display (abbinato al BMW Operating System 9) e, in generale, un&rsquo;impostazione simile alle &ldquo;sorelle&rdquo; gi&agrave; citate. Primo test  Il test dei prototipi ci ha permesso di &ldquo;toccare con mano&rdquo; tutti i progressi raggiunti da BMW in fatto di dinamica di guida, comfort di marcia e sicurezza attiva. Doverosa premessa: tutte le nostre sensazioni riguardano esemplari non definitivi e dei quali non sono stati dichiarati i dati tecnici. Possiamo dirvi, per&ograve;, che il miglioramento rispetto alla terza generazione &egrave; tangibile. Come constatato al volante della plug-in hybrid, la precisione di guida aumenta grazie a sistema di sospensioni, barre stabilizzatrici e boccole completamente riprogettato, assieme a un nuovo sterzo - ora azionato da cinghia - in grado di trasmettere in maniera sincera tutto ci&ograve; che accade sotto le ruote anteriori. L'utilizzo di pneumatici con bassa resistenza al rotolamento, poi, riduce consumi ed emissioni inquinanti. La declinazione ad alte prestazioni M (al 99% sar&agrave; X3 M50i, spinta dal sei cilindri in linea biturbo da 3,0 litri), alza ancora l'asticella aggiungendo assetto specifico, struttura irrigidita e differenziale autobloccante posteriore. Il tutto elevando al tempo stesso il comfort di marcia, per un incredibile bilanciamento tra performance e relax alla guida. Adas avanzati  Concludiamo parlando degli ausili alla guida attivi di ultima generazione. Ben 40 gli Adas presenti, coadiuvati da inediti e sofisticati sensori -&nbsp;radar a lungo raggio anteriore e posteriore, quattro radar short range, 12 sensori a ultrasuoni e sei telecamere, solo per citarne alcuni - ed estremamente efficaci. Abbiamo avuto modo di sperimentarli nell'area dedicata, con manichini mobili e finte vetture che simulano scenari reali: anche a velocit&agrave; sostenute (superiori a quelle imposte da EuroNCAP) l'incidente &egrave; sempre stato scongiurato. Non ci resta che aspettare il lancio ufficiale. La produzione avr&agrave; inizio in estate.       

La prova in anteprima del rinnovato Suv tedesco in versione preserie plug-in hybrid e M50i su strada, in pista e in offroad: ecco come cambia

BMW X3 2025, primo contatto con il prototipo

        Botta e risposta tra il Ministro Urso (Imprese e Made in Italy) e Carlos Tavares sul caso dell&rsquo;Alfa Milano prodotta all&rsquo;estero. Ha cominciato il ministro che sbigottito, dopo la presentazione in prima mondiale dell&rsquo;Alfa Milano alla sede ACI di Milano, in corso Venezia, ha sbottato cos&igrave;: "Un&rsquo;auto che si chiama Milano non pu&ograve; essere prodotta in Polonia! &Egrave; proibito farlo!", ha tuonato il Ministro. Non &egrave; nemmeno tanto una provocazione e basta, ma una mezza minaccia perch&eacute; Urso ha esplicitamente citato una legge italiana (Italian sounding) che prevede che non bisogna dare indicazioni fuorvianti che inducano in errore il consumatore. "Un&rsquo;auto che si chiama Milano si deve produrre in Italia altrimenti si danno indicazioni fallaci sono consentite dalla legge italiana, giocando su indicazioni geografiche". Urso fa riferimento a una legge del 2003 che dovrebbe proteggere le contraffazioni sul cibo tipicamente italiano. Come mozzarella, parmigiano, olio d&rsquo;oliva, pizza e pasta. Questi cibi vengono anche prodotti all&rsquo;estero con procedure, lavorazioni e componenti ben differenti dalla vera mozzarella e dal vero parmigiano. Ma mantengono un nome pseudo-italiano, leggermente storpiato con nomi distorti e giocano sul sound simile per imbrogliare il consumatore straniero poco esperto. E per fargli credere che certi cibi siano davvero mozzarella o parmigiano italiani mentre sono soltanto imitazioni.  Il botta e risposta Urso-Tavares sulla Milano Tavares per&ograve;, proprio in occasione del lancio della Milano, ha risposto punto per punto al ministro difendendo le strategie di Stellantis. Ne ha parlato proprio con noi di Auto a margine della presentazione dell&rsquo;Alfa Milano. Ecco come si &egrave; difeso e ha contrattaccato. "L&rsquo;Alfa Milano, per quanto mi riguarda, &egrave; italiana perch&eacute; &egrave; stata pensata in Italia da italiani, progettata in Italia, disegnata nelle sue forme in Italia, ingegnerizzata in Italia. Viene semplicemente assemblata in un altro Paese (la Polonia nella fabbrica di Tichy dover nascono anche Fiat 600e e Jeep Avenger, n.d.r.) semplicemente &egrave; meno costoso farla l&igrave; che nelle fabbriche italiane. Ma ci&ograve; non deve suonare come uno scandalo. Non siamo pi&ugrave; nell&rsquo;Europa degli anni Settanta quando c&rsquo;erano rigidi confini tra uno stato e protezionismo esagerato. Oggi l&rsquo;Europa &egrave; un Paese allargato con leggi comuni, interessi commerciali comuni e si viaggia da una nazione all&rsquo;atra senza esibire documenti perch&eacute; facciamo tutti parte di un grande Paese allargato: l&rsquo;Europa comune". "Stellantis - continua Tavares - &egrave; un&rsquo;azienda mondiale che ha diverse fabbriche sparse in Europa, dall&rsquo;Italia alla Francia alla Spagna, alla Polonia. E noi localizziamo la produzione dove per motivi sinergici ci viene meglio farlo. Certo, avremmo potuto anche potuto produrre l&rsquo;Alfa Milano in Italia invece che all&rsquo;estero. Tecnologicamente era possibile farlo. Ma ci sarebbe costato molto di pi&ugrave;. E non avremmo perci&ograve; potuto venderla a 30mila euro, come coster&agrave; quest&rsquo;Alfa Milano, ma ad almeno diecimila euro di pi&ugrave;. E a quel punto non sarebbe stata un&rsquo;auto profittevole per l&rsquo;azienda e per il consumatore perch&eacute; non avrebbe avuto tante chanches di successo a un prezzo cos&igrave; elevato. Ma ripeto: &egrave; un&rsquo;auto italiana pensata in Italia e riflette tutto lo spirito italiano Alfa Romeo: il fatto che sia costruita all&rsquo;estero non inficia il contenuto e l&rsquo;appeal della vettura". La frecciata al Governo sugli incentivi Tavares ha poi chiuso con una frecciatina nemmeno tanto velata rivolta allo stesso Ministro e al Governo di cui fa parte che aveva espresso gi&agrave; nell&rsquo;incontro coi sindacati a Torino poche ore prima del lancio della Milano: "Agli italiani sono state fatte tante promesse, ma gli incentivi tanto attesi non sono ancora stati rilasciati&hellip;". Come dire: noi di Stellantis l&rsquo;impegno per tenere bassi i prezzi della nuova auto ce l&rsquo;abbiamo messo, il governo ancora no. Alfa Romeo Milano, il nuovo Suv sportivo del Biscione        

Botta e risposta tra il Ministro Urso e l'ad di Stellantis Carlos Tavares sul caso del nome della nuova Alfa Romeo Milano. E lancia la frecciata sugli incentivi

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